Vai al contenuto

Amy Winehouse, “Back to Black” compie 10 anni: perché ascoltarlo oggi

Amy Winehouse

A distanza di 10 anni, “Back to Black” di Amy Winehouse è ancora uno degli album fondamentali da ascoltare: i motivi sono tantissimi.

Uscito il 30 ottobre del 2006 “Back to Black” di Amy Winehouse ha quindi festeggiato la sua prima decade. La morte di questa straordinaria cantante, avvenuta a soli 27 anni, ha reso ancora più iconico questo album che già all’epoca della sua uscita aveva fatto furore: furore tra il pubblico, che con 12 milioni di copie lo aveva posizionato tra i più grandi successi britannici di sempre; furore tra la critica, che lo aveva generalmente applaudito come uno dei più fulgidi esempi di poesia contemporanea, con la voce di Amy che sembrava arrivare direttamente dall’angolo più fragile della sua anima.
Un album che, secondo noi, andrebbe ascoltato ancora oggi: oggi che, sempre più spesso, abbiamo bisogno di una musica trascinante ma non banale, di una voce sincera e non campionata, di quella nostalgia mascherata a festa. Di anima, in una parola. Amy è irripetibile, ma abbiamo la fortuna di aver avuto da lei questa eredità magnifica che è “Back to Black”.

Love Is a Losing Game

Tra le perle di questo album, come non citare “Love Is a Losing Game”? Esso rappresenta in un certo senso la quintessenza dell’anima di Amy: la rincorsa verso un amore (per Blake Fielder Civil) che lei stessa riconosceva essere in qualche modo malato; eppure, nonostante questo, lei amava la sua malattia, pur sapendo che l’amore è un gioco che miete solo vittime.

Si parlò molto del fatto che, alla Cambridge University, durante l’esame di Practical Criticism gli studenti misero a confronto il testo del brano con i poemi di Sir Walter Raleigh. Un azzardo per qualcuno, per molti un riconoscimento meritato.

Rehab

Il primo, vero successo di Amy, la canzone che la dipinse agli occhi del mondo come una ragazza dedita alle droghe, che però non intendeva affatto essere tirata fuori dalla sua dipendenza.

In realtà le cose, nella vita della sfortunata cantante, andarono diversamente: Amy entrò varie volte in centri di disintossicazione, per poi uscirne poco dopo. Un tira e molla con se stessa, che la portò lentamente all’autodistruzione, fino alla morte, su cui aleggia ancora un alone di mistero che rende ancora più forte il suo mito. Tra le sue fan, Adele

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 2 Novembre 2016 15:46

Esce “Oasis: Supersonic”, il documentario imperdibile sui Gallagher